PARTE da Napoli la nuova battaglia nazionale per l’acqua pubblica e la tutela delle fonti. Oggi in città arrivano 60 sindaci da tutta Italia, per la Giornata contro la privatizzazione delle sorgenti e del servizio idrico, indetta da Abc (Azienda pubblica che gestisce il servizio idrico per il Comune di Napoli) accanto e insieme ai comitati.
«Siamo di fronte a un’alleanza sciagurata tra lobby, governo e Regioni che vuole sovvertire l’esito del referendum del 2011» dice senza giri di parole il presidente di Abc, Maurizio Montalto, che si rivolge anche a Vincenzo De Luca.
«In campagna elettorale il presidente della Regione aveva promesso 5 Ato e l’acqua pubblica, ora invece propone una legge fotocopia a quella di Caldoro, con una sola Ato e via libera ai privati».
La questione è calda, perché il governo ha minacciato il commissariamento entro metà ottobre. E La Regione ha premuto l’acceleratore sulla nuova legge regionale per l’acqua. «Ma non usiamo questi quindici giorni di tempo per fare un errore- incalza Montalto – Utilizziamoli per fare la cosa giusta. Le emergenze studiate a tavolino non ci appassionano ». In Regione, secondo i movimenti in difesa dell’acqua, ci sono due proposte valide, una del Pd e una dei Cinque Stelle.
Tornando alla giornata di oggi. Che accade? L’appuntamento è per stamattina alle 9,30 a piazza del Gesù (Sala Valeriana) per un convegno che durerà tutta la giornata, in cui verrà rilanciata la Dichiarazione di Napoli per l’acqua e verrà annunciata la nascita coordinamento nazionale per la difesa delle fonti idriche. Il 13 giugno era nato il coordinamento per il centro sud Italia, ma ormai la rete è estesa a tutto il Paese. Nel convegno si discuterà anche della nuova legge regionale. Promotori dell’iniziativa di oggi sono i comitati campani per l’acqua pubblica con il Forum italiano dei movimenti per l’acqua.
«Stanno creando enti gestione unici per ogni regione per poi accorparli a livello distrettuale e ultraregionale – spiega Consilia Salvo coordinatrice regionale e referente nazionale del Forum italiano dei movimenti dell’acqua e promotrice della nuova rete nazionale per la tutela delle fonti idriche – Un modello che può essere gestito solo dalle multinazionali, perché incompatibile con la gestione pubblica ».
Nella stessa Campania l’Abc gestisce l’acqua del Serino, che è una fonte pubblica, ma gli altri acquedotti sono gestiti da una società che si chiama Acqua Campania, partecipata al 47,9 per cento dalla Vianini di Caltagirone (tanto che l’amministratore di Acqua Campania è l’amministratore di Vianini) e sempre al 47,9 da Veolià (multinazionale francese). Il resto delle quote sono di Impregilo International e di banche come Compagnia San Paolo e Cariplo. Nel pomeriggio, poi, ci sarà un incontro del Forum italiano dei movimenti dell’acqua.
In prima linea padre Alex Zanotelli: «Il Referendum del 2011 ha sancito che l’acqua deve essere sottratta alle leggi del mercato e che non si può fare profitto. A rafforzare l’esito referendario è venuta ora anche l’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco, ma nonostante tutto il governo Renzi sta perseguendo politiche di privatizzazione dell’acqua, perché i governi sono prigionieri dei poteri economico-finanziari».
Ecco perché «abbiamo ritenuto opportuno- conclude Zanotelli – invitare tutto il movimento dell’acqua a Napoli, capitale dell’acqua pubblica, per resistere a questo criminale disegno di consegnare non solo la gestione, ma anche le fonti in mano alle lobbies».
Repubblica del 20.09.2015
CRISTINA ZAGARIA