Frattamaggiore
Frattamaggiore è un comune italiano di 28 491 abitanti della città metropolitana di Napoli in Campania.
È insignita del titolo di città dal 1902, benedettina dal 1997 e d'arte dal 2008.
Frattamaggiore
Storia
Il primo documento in cui si cita il nome di Frattamaggiore (l'antica Frazione di Atella) è dell'anno 923: esso apparteneva al cartario del monastero napoletano di San Sebastiano e fu segnalato da Lorenzo Giustiniani nel suo Dizionario del Regno di Napoli del 1797:
«Macarius Igumenus monasterii SS. Sergi, et Bachii, Theodori, et Sebastiani concessit Marco Consi, filio quondam Sigemberti habitatori loco, qui vocatur Fracta, cryptas duas ipsius monasterii unam ante aliam, constructas suptus solarium Monasterii Sancti Arcangeli.»
«Macario Igumeno del monastero dei santi Sergio, Bacco, Teodoro e Sebastiano ha ceduto a Marco Consi fu Sigemberto che abita nella località, chiamata Fratta, due nicchie poste l'una accanto all'altra, costruite sotto la terrazza del monastero di sant'Arcangelo.»
La zona però, secondo i documenti R.N.A.M. (Regii Neapolitani Archivi Monumenta) risultava abitata da contadini e piccoli proprietari già dall'820 d.C.
L'ipotesi più accreditata, sostenuta da Bartolommeo Capasso e supportata da un certo repertorio archeologico, è che il territorio già dai primi secoli avanti Cristo fosse abitato da piccoli insediamenti umani dipendenti da Atella e che sia stato gradualmente disboscato. Dopo la devastazione vandalica del 455 d.C., gli Atellani, per ripararsi dalle incursioni, non solo edificarono il borgo chiamato oggi Sant'Arpino, ma costruirono come vedetta un castello antemurale in difesa della città di Atella, sito in via Castello, ora via Genoino, dell'odierna Frattamaggiore. Proprio intorno al castello, agli autoctoni abitatori della Fracta, per lo più boscaioli, nell'850 d.C. si aggregò una colonia di profughi di Miseno fuggiti dalla loro città costiera distrutta dai saraceni. Dal seme piantato da un popolo disperso nasce una nuova città, fondata sui costumi e sul culto della prima. Arrivati tra le fratte dell'agro atellano, i superstiti misenati trasformarono i boschi in terreni fruttuosi, coltivarono la canapa, piantarono i primi rudimentali filatoi, ma soprattutto edificarono un sontuoso tempio in onore di San Sossio, loro concittadino. C'è oggi in Frattamaggiore un rione denominato via Miseno e giustamente si pensa che i primi profughi abbiano ricostruito qui il proprio focolare.
La colonizzazione della fratta atellana fu favorita anche dalla pressione demografica nelle zone costiere flegree situate a nord di Napoli, come quelle di Miseno e Cuma, dal loro impaludamento e dalle incursioni saracene che spinsero molti abitanti, specialmente contadini, a trasferirsi nell'entroterra. Questi ultimi, attratti dai vantaggiosi contratti agrari praticati dalle congregazioni monastiche atellane e napoletane e dalla possibilità di un lavoro stabile in area più sicura, operarono i disboscamenti previsti nelle clausole, e contribuirono a sottrarre il territorio all'incuria e ad avviarlo al ricco utilizzo che da allora lo ha sempre caratterizzato.
Altri documenti del periodo normanno ed angioino (XII-XIV secolo) riguardarono l'infeudazione del territorio, i commerci e le attività canapiere e funare, considerate queste ultime espressione delle ataviche attività marinare dei Misenati; mentre ulteriori documenti di carattere ecclesiastico, come quelli della Ratio decimarum del XIII-XIV secolo riguardarono la unicità della devozione per il martire misenate espressa nell'antica Ecclesia sancti Sossii del casale frattese.
L'appellativo "Major" per l'antica Fracta si riscontra nei documenti del periodo normanno (XII secolo). Durante la dominazione normanna (1030-1266) Fratta fu denominata Fracta Major e si costituì come casale legato a Napoli per gli affari civili e ad Aversa per quelli ecclesiastici. Al periodo angioino (1266-1442) risalgono molti documenti che riguardano i cannabarj frattesi che commerciavano funi nella città di Napoli.
Al periodo aragonese-spagnolo (1442-1507) risale la parte più antica della struttura urbana, con la presenza di residenze che valorizzano i palazzi con corti signorili e i luoghi come spazio di lavoro contadino e di produzione canapiera. Nel 1493 Frattamaggiore divenne sede della Gran Corte della Vicaria, mentre le sue funi e le sue gomene si esportavano in tutto l'impero spagnolo, accompagnando probabilmente anche l'impresa di Cristoforo Colombo. Nel 1630 l'Universitas frattese venne ceduta in feudo al Barone di Sangro, ma tre anni dopo riuscì ad operare il suo Riscatto. Nel periodo borbonico l'artigianato canapiero si concentrò in una fiorente industria tessile, che ebbe modo, alla fine dell'Ottocento e all'inizio del Novecento, di assurgere ai massimi livelli europei.
Nel 1901 Sossio Russo, sindaco, inaugurò la rete tranviaria e l'illuminazione elettrica pubblica, e nel 1902 Frattamaggiore fu elevata al rango di Città da Re Vittorio Emanuele III°, ed ancora nel 1904 la Chiesa di san Sossio divenne Monumento nazionale. Nel 1908 fu eretta la Chiesa del Redentore. Carmine Pezzullo, dall'anno 1908 venne eletto sindaco per tre volte fino al 1920 e nel 1916 fondò la corderia omonima. Nel 1910 fu costruita la Chiesa di San Rocco e nel 1913 il Ritiro venne trasformato in orfanotrofio.
La struttura urbana del centro storico, ancora oggi persistente porta i segni delle varie epoche storiche della città: il nucleo medievale intorno alla monumentale Basilica Pontificia di San Sossio; i palazzi, i luoghi e i monumenti del periodo aragonese-spagnolo e del periodo borbonico; i palazzi dell'Ottocento e del primo Novecento, il verde storico e le ville periferiche della stessa epoca. In questo centro storico si evidenziano portali di travertino e di piperno scolpito, affacci e mascheroni barocchi ed altri segni, come le edicole votive, che trovano modo di esprimersi ad un buon livello artistico ed architettonico. Negli ultimi 50 anni la città ha cambiato la sua economia, ha modernizzato i suoi servizi, ha esteso la sua configurazione urbana ed appare oggi, con buone quote di attività nei vari settori economici, uno dei centri più importanti dell'hinterland napoletano.
I santi patroni sono San Sossio di Miseno, al quale la città eresse una chiesa risalente all'XI secolo, e Santa Giuliana di Nicomedia che era venerata a Cuma, altra città di provenienza di molti profughi frattesi. Oggi la chiesa, dedicata anche a Santa Maria degli Angeli è Basilica pontificia e si presenta con un'architettura antica in stile romanico (cripta) e gotico (navate), con manifestazioni rinascimentali (portale e fonte battesimale) e barocche (cappelle ed altari).
Nel 1997, con il placet del primate dell'Ordine di San Benedetto essa è stata solennemente intitolata città benedettina; il titolo è legato alla storia e alla custodia nella basilica cittadina delle spoglie dei Santi Sossio e Severino traslate nel 1807 dall'abolito monastero benedettino napoletano. Nel 2008, con decreto dirigenziale della Regione Campania, essa ha ricevuto il riconoscimento ufficiale di città d'arte.
Simboli
Lo statuto comunale di Frattamaggiore afferma che: Il Comune ha come suo segno distintivo lo stemma riconosciuto con R.D. 5.VI.1902, registrato alla Corte dei Conti il 23.VI.1902, Reg. 4, Foglio 12. La blasonatura ufficiale dello stemma è la seguente:
«D'oro al cignale passante sulla campagna erbosa e caricata di erboscelli (fratte), il tutto al naturale, sormontato da tre tau di rosso, ordinati in fascia nel capo; colla bardatura composta di oro e di rosso. Lo scudo sarà sormontato da un cerchio di muro aperto di quattro porte e quattro finestre semicircolari, sostenente otto torri merlate, il tutto d'oro; e con cimiero di un capo e collo di rinnoceronte, ornato di argento, e posto fra due rami, a destra di alloro, a sinistra di quercia, fruttati di oro, divergenti e decussati sotto la punta dello scudo stesso.»
Lo stemma di Frattamaggiore è composto da uno scudo gotico a fondo giallo chiaro che denota ricchezza ed ubertà della Contrada. Le tre tau o croci di S. Antonio (le tre T) di color rosso in alto ricordano l'origine greca della località e simboleggiano le tre colonie dai cui profughi ha avuto origine la città di Frattamaggiore: Miseno, Cuma e Atella. In basso sullo scudo vi è un cinghiale nero su piano oscuro a simboleggiare che tal luogo è stato coperto da pruni, sterpi e fratte e terreno incolto ed abbandonato per molto tempo. Lo scudo è contornato da quadretti di color rosso e blu, colori regali della Casa Aragonese in Napoli: onorificenza ricevuta e concessa probabilmente per mano degli Aragonesi Re di Napoli, e più propriamente dal Re Ferrante I d'Aragona nel 1492, epoca in cui fu trasportata la Vicaria a Frattamaggiore. Tutto lo scudo è sormontato da una testa con collo di cinghiale di color bronzo, e ciò probabilmente per essere stata la sua origine maggiormente longobardica, quantunque il primo sorgere fosse stato greco. In effetti i guerrieri longobardi solevano coprire le loro armi con la pelle di tali animali. Sul capo del cinghiale vi è una Regia Corona guarnita di pietre preziose, e ciò perché il Casale di Frattamaggiore sin dai tempi remoti fu sempre Regio e Demaniale, cioè appartenente alla Corona e giammai andò soggetto a giurisdizione di feudatari.
«La bandiera del Comune di Frattamaggiore è araldicamente così composta: Cornice esterna blu presidenziale, quattro triangoli di colore amaranto, un rombo centrale di colore bianco con al centro la scritta Città di Frattamaggiore ed il classico cinghiale con le tre tau. All'interno del rombo centrale quattro strisce gialle di pari dimensioni.»
Onorificenze
— conferito con Regio Decreto il 5 giugno 1902 da Vittorio Emanuele III
Ricorrenze
- 9 settembre 923, primo documento ufficiale in cui è riportato il nome della città;
- 5 giugno 1902, conferimento del titolo di città;
- 4 ottobre 1943, durante la seconda guerra mondiale gli alleati entrano in città liberandola.
- ^ https://acrobat.adobe.com/link/review?uri=urn:aaid:scds:US:d5d66508-eedf-33bc-ba31-269ba0909191
- ^ Statuto comunale, art.9, comma 2 (PDF), su incomune.interno.it. URL consultato il 23 ottobre 2009.
- ^ Statuto comunale, art.9, comma 3 (PDF), su incomune.interno.it. URL consultato il 23 ottobre 2009.
Frattamaggiore
Geografia fisica
Territorio
Frattamaggiore si colloca nella zona dell'antica Campania Felix (nota anche come ager Campanus), anticamente l'area più fertile della penisola italica. Per l'esattezza è situata a est della piana dei Regi Lagni, parte della regione storico-geografica della Terra di Lavoro (nota anche come Liburia).
Posizionata esattamente a 15 km a nord di Napoli, costituisce un'unica conurbazione senza soluzione di continuità coi comuni confinanti. Il territorio è prevalentemente pianeggiante oscillando tra un'altitudine minima di 36 m s.l.m. e una massima di 63 m s.l.m., la casa comunale si trova a 44 m s.l.m. Secondo la classificazione sismica il territorio frattese è compreso nella zona 2 che denota un rischio di sismicità medio-alto.
Clima
Classificazione climatica: zona C, 1008 GG (il limite massimo consentito per l'accensione degli impianti termici è di 10 ore giornaliere dal 15 novembre al 31 marzo).
- ^ Classificazioni climatiche dei vari comuni italiani, su confedilizia.it. URL consultato il 24 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2010).
- ^ Comuni-Italiani.it - Clima e dati geografici, riscaldamento, su comuni-italiani.it. URL consultato il 24 ottobre 2009.
Frattamaggiore
Evoluzione demografica
Abitanti censiti
Sino al 13 settembre 2013 è stata sede di una sezione distaccata del Tribunale di Napoli. Sede dell'ufficio del Giudice di Pace. È sede legale della Direzione generale dell'ASL Napoli 2 nord.
- ^ Statistiche I.Stat ISTAT URL consultato in data 28-12-2012..
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it. - ^ Pagina pubblicata il 4 ottobre 2011, su Giustiziacampania.it. URL consultato il 2 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 20 giugno 2018).
- ^ http://burc.regione.campania.it/eBurcWeb/directServlet?DOCUMENT_ID=00063209&ATTACH_ID=86893
Frattamaggiore
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
- Basilica di San Sossio Levita e Martire, (X secolo). Ha un'ossatura in piperno con caratteri stilistici dei gotico napoletano. È monumento nazionale, e conserva i corpi di S. Sosio e Severino. È affiancata da un campanile del 1546.
- Chiesa di Santa Maria delle Grazie e Purgatorio, (XV secolo). Sorta in periodo Aragonese, nell'antica "piazza dell'olmo". Nel Cinquecento fu sede della Confraternita delle anime del purgatorio. Possiede quadri d'epoca, statue di santi e porte lignee intarsiate del Cinquecento.
- Chiesetta di San Giovanni Battista, (XV secolo). Chiesa gentilizia fondata nel 1487 da Antonello De Lo Priete. Ha una tomba nel mezzo del pavimento e possiede tavole d'epoca.
- Chiesa della SS. Annunziata e S. Antonio, (XVII secolo). Sorta al posto di un antico luogo devozionale, costituito da un arco dell'acquedotto atellano. Contiene statue lignee di santi e suppellettili del Seicento.
- Chiesetta di Sant'Ingenuino, (XVII secolo). è chiesa gentilizia dei conti Genoino. Vi sono tombe di famiglia ed epigrafi antiche.
- Chiesa di Santa Maria Consolatrice degli Afflitti, (XVII secolo). Chiesa annessa al convento Agostiniano, trasformato nel secolo scorso in ospedale civile. Possiede al centro una discesa al cimitero dei monaci. Sorge nel sito con toponimo "Paritinula" risalente al IX secolo.
- Santuario dell'Immacolata Concezione, (XIX secolo). Santuario che occupa il sito dell'antica cappella trecentesca dell'Angelo Custode. È sede dell'antica Congrega dei Preti e possiede altari antichi, espressioni devozionali dell'Ottocento e un bellissimo coro ligneo (1928) nel presbiterio opera dell'ebanista Raffaele Mazzotta.
- Chiesa di San Filippo Neri, (XIX secolo). Eretta a seguito di una scissione avvenuta tra l'antica Congrega del Carmine e quella di S. Filippo Neri. Possiede il corpo di S. Secondiano martire, e un archivio con antichi documenti notarili.
- Chiesa di San Rocco, (XIX secolo). Fondata a recupero di un'antica funzione religiosa proveniente dalla cappella quattrocentesca di S. Giuliana, posta alle propaggini campagnole della città, e dalla devozione dell'omonima congrega che operava nella chiesa di S. Antonio.
- Chiesa del SS. Redentore, (1908). Fondata per esigenze pastorali poste dallo sviluppo demografico. È luogo attivissimo di catechesi giovanile.
- Chiesa di Maria SS. di Casaluce sorge sul sito di un'edicola ove era venerata un'antichissima icona madonnale, con caratteri bizantini (X-XV secolo). A questa icona era rivolta la devozione dell'avito quartiere dei funari.
- Chiesa di Maria SS. Assunta in Cielo, (1956). Sorta a risposta dello sviluppo demografico del paese, possiede opere pregiate, e realizza un'intensa attività catechistica e di servizio sociale.
- Maria SS. del Carmine sostituisce un'antica chiesa dei XV secolo esistente fino al 1958 nella piazza principale. È sede di fervente attività giovanile.
Architetture civili
- Palazzo Niglio-Iadicicco, (XVI secolo). È sito in via Atellana 36. Tra gli interni spicca una pregevole galleria affrescata intorno al 1780 da Pietro Malinconico.
- Palazzo Lupoli, (XVIII secolo). Si trova in Corso Durante al civico 31.
- Palazzo Pezzullo, (XVIII secolo).
- Palazzo Spena, (XVIII secolo). Sito in via Vittorio Emanuele III.
- Palazzo Sannino Tarantino, XVIII secolo.
- Palazzo Muti, (XIX secolo). Sito nel Corso Durante al numero 207, conserva negli interni decorazioni pittoriche eseguite da Pasquale Pontecorvo.
- Palazzo Vergara, (XIX secolo).
- Villa Lendi, (XIX secolo). Si trova in via Carmelo Pezzullo 24.
- Palazzo Ferro, (XIX secolo). Si trova al civico 84 del Corso Durante.
- Palazzo Russo, (XX secolo). Sito al corso Durante.
- Palazzo Matacena, (XX secolo). Progettato nei primi anni del Novecento da Gregorio Botta, si accede ad esso attraverso un'elegante esedra in Corso Durante numero 256. Gli interni vennero decorati dal celebre pittore locale Gennaro Giammetta.
- Villa Cirillo, (XX secolo).
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