Un lungo percorso “a prova di batterio”
L’Acquedotto della Campania Occidentale ha origine presso Cassino (FR) nel Lazio, dove sono collocate le sorgenti del Gari; lungo il percorso verso la piana campana e le città di Caserta e Napoli raccoglie inoltre le acque provenienti dal campo pozzi del Peccia (in galleria) e dalla sorgente San Bartolomeo (in galleria) in Molise, e dai campi pozzi di Montemaggiore (tradizionale), Santa Sofia (in galleria), Monte Tifata (tradizionale) e San Prisco (tradizionale). Presso la centrale di sollevamento di Cassino, è situato il primo impianto di disinfezione delle acque a biossido di cloro con impianto di riserva ad ipoclorito di sodio. La risorsa, dopo un percorso di circa 90 km in sifoni e gallerie, perviene presso il nodo di San Prisco, dove sono situati i serbatoi di stoccaggio e da dove partono le condotte di distribuzione verso l’area casertana, l’area flegrea e la città di Napoli.
Lungo l’ACO sono in funzione due impianti di disinfezione previa immissione di biossido di cloro, localizzati il primo nella centrale di Cassino ed il secondo nel “nodo” di S. Prisco .
L’impianto di clorazione presso la centrale di Cassino, con immissioni separate direttamente nelle due vasche di accumulo, è costituito da un gruppo di serbatoi di stoccaggio (uno per reagente) e da tre cloratori (produttori e dosatori di biossido di cloro) due disponibili in parallelo e con potenzialità adeguata per 6 mc/sec ed il terzo di riserva in caso di avaria che potrà essere attivato solo manualmente; in tale impianto la regolazione della quantità di biossido di cloro immessa è impostata localmente e può essere variata anche tramite telecontrollo.
L’impianto di clorazione presso il “nodo” di San Prisco, con immissione diretta nelle condotte è simile per composizione a quello di Cassino, è costituito da n° 2 serbatoi di stoccaggio clorito, n° 2 serbatoi per l’acido cloridrico e da n° 2 produttori di biossido, è dotato inoltre di impianto di riserva a ipoclorito di sodio (serbatoio più pompe di dosaggio); tali impianti operano dosando concentrazione di cloro con adeguamento automatico mediante il controllo delle acque a valle dell’immissione tramite clororesiduometri.
Presso Monte Trocchio 1 (in riserva agli impianti di Cassino) nel manufatto di Gradilli per i campi pozzi di S.Sofia e Monte Tifata, nel nodo di S.Prisco per le portate in partenza verso S.Clemente ed il DN 2100 sono presenti ulteriori impianti di clorazione tramite dosaggio di ipoclorito.
L’alimentazione elettrica degli impianti di clorazione è assicurata dalle consegne Enel in alta tensione (150.000 volt); mediante sezionatori di linea, l’energia elettrica perviene ai trasformatori (uscita BT a 380V), ai quadri elettrici ed ai quadri di comando e controllo delle apparecchiature (nel “nodo” di S.Prisco gli impianti di clorazione sono inoltre alimentati dal gruppo di emergenza in caso di mancanza di energia).
Tutte le apparecchiature di Cassino e S. Prisco sono telecontrollate in modo remoto dal centro di controllo di S. Prisco; possono essere inoltre comandate in modo locale in caso di avaria del telecontrollo o per manutenzione.
Il monitoraggio continuo attraverso il telecontrollo
Il nodo di San Prisco è inoltre interconnesso con il nodo di San Clemente dell’Acquedotto Campano tramite il sifone DN 1000 e serve le aree suddette tramite tre sifoni di diametro DN 1400, DN 1800 DN 2100.
Presso detto nodo avviene inoltre la disinfezione di integrazione (sia a biossido che a Ipoclorito di sodio) rispetto a quella effettuata presso Cassino per mantenere i livelli di disinfettante adeguati alle normative vigenti.
L’Acquedotto della Campania Occidentale è inoltre dotato di un moderno sistema di Telecontrollo per monitorare le principali grandezze fisiche (portate, livelli, pressioni) e chimiche (cloro residuo, pH, ossigeno disciolto, temperatura, torbidità e conducibilità) oltre a permettere manovre a distanza quali apertura/chiusura di valvole, paratoie, ecc.
Il sistema dei controlli a ciclo continuo
Sul sistema descritto sono effettuate una serie di prelievi ed analisi per verificare la rispondenza alle norme vigenti dell’acqua distribuita.
Le attività riguardanti i controlli interni sono pianificati ed eseguiti su punti significativi dell’acquedotto e definiti nel Piano Annuale di controllo.
In totale Acqua Campania controlla la risorsa in 52 punti di prelievo sia presso le fonti approvvigionamento che su punti distribuiti sul sistema gestito.
Le analisi vengono effettuate dal laboratorio interno LAC garantendo il monitoraggio della qualità dell’acqua distribuita ai clienti attraverso la rilevazione dei parametri chimico-fisici e microbiologici, individuati dalle vigenti norme in materia (Dlgs 31/01 e Dlgs 152/06) derivanti dalle normative comunitarie.
I risultati delle analisi vengono ogni mese inviate alle ASL di competenza per territorio.