Cassino

Cassino (AFI: /kas'sino/, San Germano fino al 1863) è un comune italiano di 34 975 abitanti della provincia di Frosinone nel Lazio. Seconda città della provincia per numero di abitanti, fu per secoli il principale centro della Terra di San Benedetto, aggregato fin dal medioevo alla Terra di Lavoro. Ultima città verso sud della Valle Latina, si sviluppa ai piedi del monte che chiude infatti la valle e su cui sorge la celebre abbazia di Montecassino, lungo un percorso storicamente strategico per le comunicazioni tra il centro e il sud d'Italia. Pressoché totalmente distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e per questo nota anche come la città martire, è stata completamente ricostruita nel dopoguerra.

Cassino

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Cassino.

La Cassino classica

I primi insediamenti sono sorti nelle caverne della collina, perché nella vallata vi era un bacino lacustre. Sono stati rinvenuti reperti che attestano la presenza umana risalenti al Neolitico; nell'Età del ferro si dovrebbe essere formato uno stanziamento attestato dalla presenza di una necropoli.

L'origine di Cassino è normalmente fatta risalire agli Osci. Tra il VI e il V secolo a.C. i Volsci, un'altra popolazione osco-umbra, sarebbero calati nel Lazio da una zona montagnosa, forse la Sabina e avrebbero occupato l'area; alcune ricerche propongono una presenza volsca già all'VIII sec a.C. Altri studiosi, invece, rifiutano una presenza volsca. Più tardi, prima della conquista romana, la città era ormai in possesso dei Sanniti.

Quando i romani nel 313 a.C. presero il controllo dell'area, fondarono una colonia, Interamna Succasina (o Lirenas), che controllava parte del territorio di Aquino e Cassino. Annibale transitò nell'area durante la seconda guerra punica, ma Casinum rimase fedele a Roma.

In epoca romana l'abitato era collocato presso l'attuale frazione Crocefisso ed era attraversato dall'antica via Latina. Era fortificato da circa 4 km di mura ed era ricco di monumenti, essendo la città agiata. A Casinum eresse una sua villa Marco Terenzio Varrone.

Fu prima praefectura poi municipium e infine colonia a testimonianza del progressivo inserimento nell'ordinamento dell'Urbs. Oltre al passaggio della via Latina, nel territorio di Casinum nasceva una via verso la Val di Comino, l'Abruzzo, Sora e che infine giungeva a Roma. La città era attorniata da pagi; uno di questi nei secoli è divenuto l'attuale località Sant'Angelo in Theodice.

Apollo era tra le divinità più venerate. L'ubicazione del suo tempio è stata identificata a Montecassino, l'acropoli della città, da Gianfilippo Carettoni, che nel 1940 citava come fonti i Dialoghi di San Gregorio Magno. Tale complesso sorgeva dove oggi è l'abbazia; aveva anche funzione militare: era difeso da una doppia cinta muraria che oggi possiamo ancora ammirare in parte; venne costruita con pesanti pietre sagomate per tenersi insieme a secco e si congiungeva alle fortificazioni cittadine. Tra le altre divinità venerate v'era Deluentinus, dio locale delle acque.

La città era servita da un acquedotto; il "foro", secondo il Carettoni, era collocato esternamente alle mura perché vi si effettuava il mercato dei bovini. Recenti studi propendono, invece, per identificare l'area forense all'interno delle mura urbiche nelle vicinanze del teatro e della cosiddetta porta Campana. Sulle rive del Gari vi erano la Villa di Varrone e le terme, ritratti nel Cinquecento da Francesco da Sangallo, ma oggi molto danneggiati. Ci sono giunti e si possono ammirare in località Crocefisso, l'anfiteatro, edificato su di un declivio naturale e il teatro; la chiesa dedicata al Crocefisso è costruita in quello che fu il cosiddetto sepolcro di Ummidia Quadratilla. Costei, figlia del console Ummidio Durmio Quadrato, apparteneva a una delle famiglie più importanti della città; viene descritta da Plinio il Giovane come una donna ricchissima dal carattere mascolino e dal fisico massiccio; donò alla città un tempio e un anfiteatro.

Nell'area di Cassino esisteva un'associazione dei produttori di olio: l'olio della zona era famoso tanto da essere citato da Macrobio. La qualità della produzione agricola del territorio è sottolineata anche da Catone. Molto importante era anche l'allevamento di bestiame e la produzione di ceste e funi, data l'abbondanza di materia prima di questi prodotti nei pressi di zone ricche di acque.

La leggenda vuole che san Pietro in persona, transitando per queste terre per raggiungere Roma, predicò per primo il cristianesimo ai Cassinesi. Quel che è certo è che a Cassino vi fu un'antica comunità di Cristiani, come testimoniano molti martiri.

Dopo la riorganizzazione dell'Italia suburbicaria, Casinum si ritrova nella provincia del Sannio.

Nell'Alto Medioevo, varie incursioni barbariche danneggiarono profondamente Casinum che fu totalmente distrutta dai Longobardi guidati da Zotone.

L'alto Medioevo cassinate

L'abbazia di Montecassino

Non sappiamo molto al riguardo dei primi secoli successivi alla caduta dell'Impero romano per l'esiguità delle fonti scritte; papa Gregorio Magno ci ha tramandato la venuta di San Benedetto fra le rovine dell'acropoli di Casinum. Montecassino fu scelto da San Benedetto da Norcia come luogo per il suo primo convento, luogo di nascita dell'Ordine Benedettino, circa nel 529.

Come spesso è accaduto per le prime istituzioni cristiane, l'abbazia di Montecassino fu costruita su un precedente luogo di culto pagano, l'acropoli fortificata. Cassino all'epoca era una città ancora prevalentemente pagana e da poco aveva subito le devastazioni dei Goti. San Benedetto distrusse l'effigie di Apollo e gli altari pagani, quindi santificò il luogo intitolandolo a san Giovanni Battista. San Benedetto da allora non lasciò mai più Monte Cassino. Qui scrisse la Regola Benedettina, che divenne il principio fondatore per il monachesimo occidentale. Qui ricevette in visita Totila, re degli Ostrogoti, nel 542 (l'unica data storica conosciuta con certezza della vita di Benedetto) e qui lui morì.

L'abbazia di Monte Cassino divenne un modello per il monachesimo occidentale e uno dei maggiori centri culturali europei per tutto il Medioevo. Dalla popolazione venne eretto un villaggio chiamato Castellum Sancti Petri per via della locale chiesa; era collocato sulle rovine dell'antico foro cittadino che si trovava in pianura e non alle pendici collinari come la città precedente. Sfortunatamente a causa della sua collocazione geografica e della sua posizione protetta, il monastero e, di conseguenza, la città rimasero in tutte le epoche coinvolti in vicende militari. Nel 584 i Longobardi saccheggiarono l'Abbazia e i monaci sopravvissuti fuggirono a Roma, dove rimasero per più di un secolo. Durante questo tempo, le spoglie di San Benedetto furono trasferite: la maggior parte delle sue ossa oggi si troverebbe a Fleury-sur-Loire vicino a Orléans. Nel 718, cambiati gli equilibri politici, i monaci si poterono ristabilire a Monte Cassino; seguì un periodo florido: vi soggiornarono tra gli altri Paolo Diacono, lo storico dei Longobardi, e re in esilio come il franco Carlomanno, zio di Carlo Magno e il longobardo Rachis. Nel 744, da una donazione del duca longobardo Gisulfo II di Benevento, nacque la Terra Sancti Benedicti, ovvero il dominio feudale abbaziale, che, soggetto all'autorità dell'abate, godette di una certa autonomia più o meno ampia secondo le contingenze storiche, pur continuando a essere parte integrante, in base alla successione statuale, del Ducato di Benevento, del Principato di Capua, del Regno di Sicilia, del Regno di Napoli, del Regno delle Due Sicilie. Così Montecassino divenne il centro di un territorio vasto e strategico attraverso il quale passavano le strade congiungenti il Ducato longobardo di Benevento, le città-stato bizantine della costa (Napoli, Gaeta e Amalfi) e lo Stato della Chiesa più a nord.

Un paio di chilometri più a valle, a nord dell'antica Casinum, vi era un piccolo monastero sulle rive del Rapido. La chiesa del Salvatore fu eretta nel 797 circa per volere dell'abate Gisulfo sulla preesistente chiesetta di San Benedetto; l'imperatore Ludovico II, nell'874, donò alla chiesa una reliquia di san Germano vescovo di Capua, amico fraterno di San Benedetto: per questa ragione divenne successivamente la cattedrale di San Germano. Sempre per effetto di quelle reliquie, tra la gente si diffuse la frase imus ad Sanctum Germanum per significare "andiamo a visitare Santo Germano", una visita devota alle reliquie del santo: in questo periodo da Eulogimenopoli, il nome della città cominciò a trasformarsi in San Germano. La chiesa di Santa Maria delle Cinque Torri era eretta, ai piedi del Colle Janulo, non lontano da quella del Salvatore, ma era su un terreno dove affiorava acqua; il pavimento della chiesa venne rialzato tre volte, per evitare il problema all'interno dell'edificio sacro, ma senza successo; aveva un'originalissima pianta a simmetria centrale con all'interno un colonnato, con quattro torri agli angoli esterni e una più ampia al centro.

La Rocca Janula originale, come si presentava prima della seconda guerra mondiale.

Per motivi amministrativi e difensivi, a causa delle scorrerie dei musulmani, l'abate Bertario fondò nuovamente la città ai piedi del Colle Janulo: nei pressi della chiesa del Salvatore fondò Eulogimenopoli, la "Città di San Benedetto". Nell'883, i Saraceni, intenzionati a espandersi nella penisola italiana, saccheggiarono il territorio, distrussero la città, la chiesa del Salvatore e l'abbazia; fecero scempio di cose e di persone, fu ucciso lo stesso abate Bertario e i monaci dovettero abbandonare per lungo tempo l'Abbazia. Alla cacciata degli invasori la città risorse. In questo periodo visse a Monte Cassino lo storico teanese Erchemperto la cui Historia Langobardorum Beneventanorum è l'opera storica fondamentale del IX secolo per il Mezzogiorno. Nell'abbazia sono conservati i quattro Placiti cassinesi, primi documenti ufficiali scritti in volgare italiano: sono quattro testimonianze giurate, registrate tra il 960 e il 963 e riguardanti le proprietà terriere del monastero. La città divenne il centro amministrativo della Terra di San Benedetto in quanto qui vi alloggiavano e vi operavano gli uomini di governo guidati dall'abate, come l'advocatus, cioè colui che amministrava la giustizia. Gli abitanti partecipavano alle lotte politico-religiose che coinvolgevano l'Abbazia, quindi la città, che prese il nuovo nome di San Germano, venne fortificata e dotata della Rocca Janula, una fortezza posta in posizione sopraelevata.

Dal basso Medioevo all'Unità

Miniatura della Cassino medievale e dei territori della Terra di San Benedetto.

Montecassino raggiunse l'apice della sua prosperità e potere nell'XI secolo sotto l'abate Desiderio (1058 - 1087), che divenne poi papa con il nome di Vittore III. I monaci divennero più di duecento e i loro manoscritti miniati divennero i più ricercati. Gli edifici dell'abbazia furono riedificati e accresciuti; la Terra di San Benedetto venne organizzata grazie a nuove strutture e insediamenti. Lavorarono alla riedificazione artisti amalfitani, longobardi e bizantini. La ricostruita chiesa abbaziale fu consacrata nel 1071 da papa Alessandro II. Qui venne redatta la Chronica monasterii casinensis di Leone di Ostia e Pietro Diacono e la Historia Normannorum di Amato di Montecassino, maggiore opera storica sui Normanni nell'Italia meridionale. In quel periodo a Cassino vi erano anche un quartiere ebraico e uno greco. In tempi lontani una comunità ebraica si stabilì nel vecchio centro intorno a San Germano. Nell'archivio di Montecassino è documentato, che il luogo della vecchia giudecca, menzionata la prima volta nel 1232, che diede il nome alla Piazza detta "La Giudecca", documentata ancora nel 1730, è identica alla "Piazza o Le Bucciarie", detta anche "Piazza di S. Germano" e inoltre è identica al "Largo Fontana Rosa", presente nella pianta della città anteguerra. Qui, nel centro antico della città, allora in via di sviluppo, sarà stato il nucleo urbano dell'insediamento ebraico. Era presente in città anche una comunità amalfitana composta da commercianti che abitavano nei pressi della Piazza degli Amalfitani.

Mappa della Terra di Lavoro prima dell'Unità d'Italia.

Il potere degli abati fu presto limitato dai Normanni, che governavano il Mezzogiorno e quindi anche la Terra di San Benedetto. Nel 1199, le truppe imperiali assediarono l'abbazia stanziandosi nella città. Molto spesso San Germano si trovò al centro di importanti vicende dei principi Svevi, che limitarono ancora di più il potere dell'abbazia. Il 23 luglio 1230 la città fu luogo della firma della pace tra il papa Gregorio IX e l'imperatore Federico II avvenuta nella chiesa di San Germano. Nell'anfiteatro si asserragliarono trentasei anni dopo gli uomini di Manfredi, tentando di resistere all'invasore angioino.

Il forte terremoto del 1349 sconvolse l'Italia centro-meridionale e colpì anche San Germano il 9 settembre alle ore 9 del mattino. L'epicentro, situato nel distretto sismico di Venafro con un'intensità Mw 6.62 (X grado Mercalli), fece seguito a scosse verificatesi lo stesso giorno presso L'Aquila (Mw 6.46) e nella zona Viterbese-Umbra (Mw 5.91). San Germano posto a circa 20 km dall'epicentro ebbe rase al suolo la maggior parte delle abitazioni poste sulla valle, ma furono in parte risparmiate quelle addossate a Montecassino. Fu danneggiata in modo consistente l'Abbazia. Essa venne riparata nel 1366, grazie alle pressioni di papa Urbano V, che esortò tutti i benedettini a partecipare alla ricostruzione. Nel secolo XIV, da Roma si cercò di separare l'amministrazione della città dal monastero ponendovi un vescovo, ma gli abati riuscirono a mantenere le loro prerogative. Nel 1505 il convento fu congiunto con quello di Santa Giustina di Padova. Nel 1521 si ebbe una rivolta dei cittadini che saccheggiarono l'Abbazia per giorni. Nel 1527 la peste fece strage nell'intero cassinate.

La chiesa di Sant'Antonio in un'immagine d'epoca.

Nei periodi successivi non si svolsero avvenimenti notevoli nel Cassinate fino alle guerre napoleoniche. Presso San Germano stanziarono le truppe del Regno di Napoli, pronte a invadere la Repubblica romana. Nel 1799 venne occupata dalle truppe di Napoleone. Anche a San Germano, in quanto parte del Regno di Napoli, si stabilì un'amministrazione filo-napoleonica, ma era vasto il dissenso. Al momento di ritirarsi da Napoli, le truppe francesi devastarono i territori che erano stati occupati dagli oppositori, tra cui anche la città di Cassino. Tra il 15-17 maggio 1815, inoltre, la città fu scenario del cruento scontro finale della guerra austro-napoletana, con la cosiddetta battaglia di San Germano, che si concluse con la vittoria delle truppe austriache. La città diede i natali al filosofo Antonio Labriola nel 1843.

La Funivia di Cassino in una cartolina d'epoca.

Dall'Unità alla seconda guerra mondiale

L'abbazia di Montecassino distrutta dai bombardamenti alleati del 1944.

Il consiglio comunale di San Germano stabilì il 23 maggio 1863 che la città tornasse all'antico nome italianizzato Cassino. Nello stesso anno la città fu raggiunta dalla ferrovia. Nel 1866 il nuovo Regno d'Italia incamerò le terre dei monasteri. Andò crescendo il numero di persone che si diedero al brigantaggio, tanto che si arrivò a creare un presidio dell'esercito nella città. Si iniziarono anche i lavori di bonifica per rimuovere il pericolo d'inondazione e delle zone paludose. Cassino fu parte della Provincia di Terra di Lavoro, nel Circondario di Sora, fino al 1927 quando venne fondata la Provincia di Frosinone.

Durante la prima guerra mondiale, la città fu sede di un campo di concentramento per militari austro ungarici.

Ruderi della città di Cassino dopo il bombardamento.

Il 21 maggio 1930 fu inaugurata la funivia iniziata l'anno precedente che conduceva dalla città all'abbazia in 7 minuti coprendo un dislivello di oltre 400 m; si trattava del primo impianto del genere realizzato nel Mezzogiorno, nonché quello dotato di maggiore lunghezza di una campata. Nel luglio 1943, durante un volo di addestramento da parte di aerei tedeschi che avevano base presso l'aeroporto di Aquino, un caccia si scontrò con uno dei cavi della funivia, provocandone il distacco e portando alla morte del pilota. L'impianto venne in seguito bombardato assieme alla sottostante città di Cassino. La funivia non fu più ricostruita.

Le quattro battaglie di Cassino (gennaio-maggio 1944) furono tra le più importanti della seconda guerra mondiale. A Cassino, che si trovava sul lato nord della cosiddetta linea Gustav, (linea che tagliava l'Italia dal Tirreno all'Adriatico, fino ad Ortona) erano attestati i tedeschi, che controllavano così le vie d'accesso verso Roma; a sud invece c'erano le truppe alleate intenzionate a risalire la penisola. Il 15 febbraio 1944 fu una delle date più nere: l'abbazia fu rasa al suolo da un pesante bombardamento aereo. Gli alleati, pur sapendo che la stessa Abbazia fosse una postazione strategica non occupata quel giorno dai tedeschi, la bombardarono, uccidendo la popolazione che vi si era rifugiata. Le opere d'arte contenute nell'abbazia furono trasferite a Roma dai tedeschi prima del bombardamento, ma molte scomparvero nel tragitto. Esattamente un mese dopo, il 15 marzo 1944, anche la città fu letteralmente rasa al suolo dai bombardamenti. I cittadini furono in parte sfollati. Quando gli alleati riuscirono a sfondare si contarono 54000 perdite tra gli Alleati e 20000 tra i tedeschi. Su una popolazione di circa 20 000 abitanti, 2 026 civili di Cassino persero la vita durante il conflitto.

Il 18 maggio del 1944 e per le successive cinquant'ore, le truppe franco-marocchine, si macchiarono di un orrendo crimine, lo stupro a danno delle donne giovani e meno giovani della città, tale evento venne denominato "Marocchinate" e ne segui il film La Ciociara diretto da Vittorio De Sica ed interpretato da Sofia Loren, tratto dal romanzo di Alberto Moravia.

Dal dopoguerra ad oggi

Le immani perdite subite dagli eserciti impegnati nelle battaglie di Cassino portarono nell'immediato dopoguerra alla realizzazione di tre cimiteri di guerra sul territorio comunale: un cimitero polacco, un cimitero del Commonwealth e un cimitero tedesco.

Veduta di Cassino e dell'area della SKF.

La ricostruzione di Cassino fu un periodo estremamente duro, che durò praticamente fino agli anni sessanta; si sviluppò un'epidemia di malaria, ma vi fu anche grande solidarietà da parte del resto d'Italia: i bambini furono ospitati a lungo da famiglie del Nord e vi furono molte elargizioni. Cassino meritò l'appellativo di Città Martire per la pace e la Medaglia d'oro al valor militare.

Il piano di ricostruzione della città fu approvato nel 1946 e realizzato dall'architetto Giuseppe Nicolosi, in collaborazione con gli architetti Concezio Petrucci ed Antonio Gatti. Dalla ricostruzione si crearono le premesse per il processo di trasformazione del sistema produttivo che, negli anni '70, da prevalentemente agricolo divenne industriale e poi terziario. Di fondamentale importanza per la rinascita di Cassino fu la costituzione, nel 1955, della Banca Popolare del Cassinate voluta dall'allora sindaco di Cassino Pier Carlo Restagno. Restagno aveva intuito la voglia di rinascita che animava la città di Cassino e aveva immaginato che una Banca Popolare, amministrata e diretta da persone del posto, poteva essere un prezioso contributo per la ricostruzione e poteva davvero animare la ripresa delle prime iniziative artigianali, commerciali ed imprenditoriali. Un ulteriore elemento propulsivo fu la realizzazione nel 1962 del tratto autostradale Roma-Napoli. Con queste premesse si realizzarono negli anni a venire, importanti insediamenti industriali, come lo stabilimento della SKF e quello della Fiat con il suo indotto, i quali modificarono il tessuto sociale ed economico del cassinate. A ciò va aggiunta, inoltre, la creazione dell'Università degli studi di Cassino e del Lazio Meridionale nel 1979.

Nel frattempo, era stata ricostruita anche l'abbazia, riconsacrata da papa Paolo VI il 30 ottobre 1964. Il pontefice non è stato l'ultimo a far visita alla città. Giovanni Paolo II vi si recò infatti due volte: la prima il 18 maggio 1979 per pregare sulla tomba di san Benedetto e santa Scolastica e per far visita al sacrario militare polacco; la seconda volta l'anno successivo, il 20 settembre 1980, per una visita pastorale a Cassino e Montecassino. Il 24 maggio 2009 è stata, infine, la volta di papa Benedetto XVI.

Dagli anni '80 ricominciarono, inoltre, con forza le iniziative per far sì che Cassino diventasse capoluogo di una nuova provincia. Le radici storiche del comune cassinate, un profondo legame tra la città e gli altri centri e territori dell'antica Terra di Lavoro ed il netto rifiuto verso la diffusa e artificiale (oltre che errata) equazione «Ciociaria = Provincia di Frosinone» hanno portato a sostenere la creazione di una Provincia di Cassino. Ciò doveva, dunque, restituire un piano istituzionale all'identità propria alle popolazioni della Media e Bassa Valle del Liri-Garigliano, differente dalle radici storiche dei territori dell'antica Campagna e Marittima pontificia. Tra il 1956 ed il 2006 sono state presentate ben dieci proposte di legge.

Accantonati i sogni d'indipendenza dal capoluogo, oggi Cassino è uno sviluppato e vivace centro industriale, commerciale e culturale, segnato tuttavia dalle crisi cicliche del mercato dell'auto che influenzano negativamente l'economia cittadina.

Simboli

Stemma di Cassino
Stemma di Cassino

Lo stemma del Comune di Cassino è composto da uno scudo con nove stelle a cinque punte disposte su tre file in campo azzurro e corona a cinque torri; lo scudo è contornato da un nastro dorato che si avvolge ai due lati a formare i "sostegni".

La corona risponde ai canoni fissati dal Regolamento tecnico araldico della Consulta araldica del 1905, dove le cinque torri indicano la dignità di Città. L'effigie fu realizzata dallo scultore Torquato Tamagnini, che tra il 1927 ed il 1928 realizzò lo stemma in bronzo che fu apposto alla sommità di una grande lapide, dedicata ai caduti in guerra, affissa all'ingresso del palazzo comunale. Lo stemma bronzeo andò perduto nei bombardamenti che distrussero la città.

Il gonfalone è un drappo di azzurro.

Onorificenze

Il Comune di Cassino è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione in quanto insignito della medaglia d'oro al valor militare il 15 febbraio 1949 per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'oro al valor militare
«Già provata in epoca remota dalle distruzioni barbariche dei Longobardi, e risorta e consacrata, costituiva attraverso i secoli con la sua celebre Abbazia, faro di scienza e di fede alle genti del mondo. Per lunghi mesi, tra il 1943 ed il 1944, segnava il tormentato limite, fatto di sangue e di rovina, della più aspra e lunga lotta combattuta dagli eserciti sul suo suolo nel nome della libertà e della civiltà contro l'oppressione e la tirannide. Il suo aspro calvario, il suo lungo martirio, le sue immani rovine furono, nella passione del popolo per l'indipendenza e la libertà della Patria, come un altare di dolore per il trionfo della giustizia e della millenaria civiltà italica. Cassino, Montecassino, settembre 1943 - maggio 1944»
— 15 febbraio 1949

Ricorrenze

  • 15 febbraio: anniversario della distruzione dell'abbazia di Montecassino
  • 15 marzo: anniversario della distruzione di Cassino. A cadenza decennale la città viene visitata dal Presidente della Repubblica in carica; l'ultimo, in occasione del 70º anniversario, è stato Giorgio Napolitano.
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  5. ^ Dora Cirone e Alessandro De Cristofaro, Cassino tra Volsci, Sanniti e Romani: nuovi dati dallo scavo in località Agnone, in Eugenio Polito (a cura di), Casinum Oppidum, Atti della Giornata di Studi su Cassino preromana e romana, Cassino, Cassino, Biblioteca Comunale, 2007, pp. 43-68.
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  21. ^ Troiano, p. 23
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Cassino

Geografia fisica

Territorio

La città di Cassino è posta nella parte meridionale del Lazio. Il centro è collocato alla base del monte chiamato Montecassino, che si eleva fino a 520 m s.l.m e che segna il confine meridionale della Valle Latina. Montecassino si distacca dal Monte Cairo, nella pianura racchiusa dai fiumi Liri e Rapido. Il monte è costituito da materiale geologico compatto, che non trattiene le acque atmosferiche, che quindi fluiscono in buona parte nella valle dando origine alle sorgenti del fiume Gari che attraversa la città e che, dopo circa un chilometro, nei pressi delle cosiddette Terme varroniane, si congiunge con il Rapido. Poco lontano dal centro cittadino, nel paese di Sant'Apollinare in località Giunture il Gari si versa nel Liri che diventa così il fiume Garigliano; a causa di questa abbondanza di acque, nella piana in passato si trovavano aree paludose. Notevole è l'importanza della collocazione: Cassino si trova nel luogo dove si restringe la valle del Liri, ben collegata al golfo di Gaeta e al parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, da sempre attraversata da importanti strade congiungenti Roma con Napoli e il resto del Sud Italia.

Clima

  • Classificazione climatica: zona C, 1164 GR/G

Le estati sono calde e afose soprattutto nelle ore centrali della giornata, anche se, in questo periodo dell'anno è facile assistere a fenomeni temporaleschi, spesso di breve durata, dovuti allo sviluppo verticale termoconvettivo delle nubi che si originano dai monti (Monte Cairo e Mainarde) e si estendono verso la costa, questi fenomeni tendono ad abbassare la temperatura e ad affievolire la calura estiva. In inverno il clima di Cassino si presenta diverso da quello delle altre pianure della provincia, come media e alta Valle del Liri e Valle del Sacco. Sebbene infatti le temperature minime sotto lo zero siano comunque abbastanza frequenti, le temperature in genere si presentano più miti, specialmente nei valori massimi. La neve è infatti ancora più rara e meno abbondante rispetto al resto della provincia, molto probabilmente perché a sud della città i Monti Aurunci sono più bassi e a sud est vi è presente solo il rilievo di Roccamonfina, i richiami caldi meridionali riescono perciò molto facilmente a risalire la valle e trasformano rapidamente la neve in pioggia o impediscono totalmente la sua caduta. Il motivo di tali differenze tuttavia non è solo da ricercarsi nell'esposizione alle correnti meridionali, ma anche nel fatto che i rilievi di Monte Cairo e la catena delle Mainarde tendono a creare un locale effetto favonico, riscaldando per compressione adiabatica i venti settentrionali e limitando le precipitazioni. Queste caratteristiche orografiche influenzano tutto il clima del territorio da San Vittore del Lazio fino ai vicini centri di Aquino e Castrocielo, dove il clima ritorna rapidamente quello tipico delle aree basso collinari della provincia di Frosinone.

Come esempio più clamoroso e rilevante di tali differenze, si menziona la storica ondata di freddo del febbraio 2012, quando la città registrò solo 3 cm di neve caduta, mentre ad 8 km in linea d'aria, a parità di quota, se ne contavano circa 20 ad Aquino e addirittura più di 60 cm nel capoluogo di provincia.

Tra gli eventi nevosi più importanti degli ultimi anni troviamo: i 10 cm del 16 gennaio 2002, i circa 5 cm del 17 dicembre 2010, i 2/3 cm del 31 dicembre 2014, i 4 cm del 9 febbraio 2015 e i 2 cm del 26 febbraio 2018 (anche in quest'ultimo caso, decisamente importanti le differenze con molte zone della provincia).

In media cadono circa 1000 mm di pioggia annui concentrati specialmente nei mesi autunnali e invernali.

Cassino

Evoluzione demografica

Abitanti censiti

  1. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.

Cassino

Monumenti e luoghi d'interesse

Veduta del complesso dell'abbazia
Interno della cattedrale di Montecassino.

Architetture religiose

Abbazia di Montecassino

Lo stesso argomento in dettaglio: Abbazia di Montecassino.

Fondato da San Benedetto da Norcia nell'anno 529, è il più celebre monastero della cristianità. Sorge sul colle che sovrasta la città di Cassino. Qui, il santo patriarca fondò la famosa "Regola" che s'irradiò in tutto il mondo occidentale. Il monastero, che ha subito ben quattro distruzioni nella sua storia millenaria, è conosciuto in tutto il mondo per l'ultima, avvenuta il 15 febbraio 1944, in cui fu totalmente raso al suolo dai bombardamenti alleati. È stato ricostruito nel dopoguerra "com'era, dov'era" e, tornato alla sua maestosità originaria, è meta di pellegrinaggi da tutto il mondo.

Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Benedetto Abate
Lo stesso argomento in dettaglio: Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Benedetto abate.

La chiesa abbaziale di Montecassino, ricostruita anch'essa insieme al monastero in stile barocco napoletano, conserva al suo interno le reliquie di san Benedetto e santa Scolastica. È cattedrale dell'abbazia territoriale di Montecassino.

Palagio Badiale

Il Palagio Badiale

Il Palagio Badiale sorge in Piazza Corte. Fu interamente ricostruito nel dopoguerra dall'architetto Giuseppe Breccia Fratadocchi, che curò anche la ricostruzione dell'abbazia e della chiesa di Santa Scolastica e vi utilizzò la stessa pietra calcarea. La ricostruzione fu completata nel 1951. Oggi vi ha sede la curia di Montecassino. Nella settimana che precede il giorno di San Benedetto, ospita numerosi eventi che culminano il 21 marzo con il Corteo Storico "Terra Sancti Benedicti", che inizia e si conclude nel palazzo.

Concattedrale di Santa Maria Assunta, San Salvatore e San Germano

Sita in piazza San Benedetto posta di fronte al Palagio Badiale, la sua fondazione risale al XVIII secolo, quando era una cappella dedicata a san Benedetto. Distrutta durante la seconda guerra mondiale, fu ricostruita in forme moderne tra il 1972 e il 1977. Di interesse l'altare maggiore con un'opera del Cristo crocifisso. Dal 2018 è concattedrale della diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo.

Chiesa di Sant'Antonio di Padova

Seconda chiesa principale di Cassino, era la parrocchia maggiore, risalente al XV secolo e rifatta nel XVII secolo. Prima della distruzione bellica mostrava un aspetto barocco, che fu riutilizzato in chiave posticcia per la nuova costruzione degli anni 50, ad opera di Giuseppe Poggi.

Chiesa di San Giovanni Battista

Chiesa di San Pietro Apostolo

Siti archeologici

Parco archeologico di Casinum

Lo stesso argomento in dettaglio: Museo archeologico nazionale G. Carettoni di Cassino.

Il parco archeologico sorge ai piedi di Montecassino. L'area comprende i resti di Casinum, l'antica città romana che si articolava in una serie di terrazzamenti percorsi da strade parallele tra loro. Il parco archeologico prevede un percorso attraverso il quale si osservano: le mura megalitiche, la Porta Campana, le costruzioni, l'anfiteatro, il cosiddetto mausoleo di Ummidia Quadratilla, il teatro, il ninfeo, passando per più tratti su strada basolata.

Dal 2021 è direttore del Museo Archeologico Nazionale "G. Carettoni" e dell'Area Archeologica di Casinum Marco Musmeci.

Anfiteatro romano
Veduta aerea dell'anfiteatro romano di Cassino

L'anfiteatro romano fu fatto costruire dalla matrona Ummidia Quadratilla nel I secolo d.C. La struttura è di forma ellittica con il diametro del lato maggiore pari a circa 85 metri e il lato minore che raggiunge una dimensione pari a 69 metri. Molto probabilmente nella parte alta dell'anfiteatro erano presenti delle feritoie il cui scopo era quello di accogliere una serie di listelli che andavano a sorreggere il velario. Poteva ospitare circa 4500 spettatori, disposti su 12 gradinate.

Il quartiere che oggi sorge ai piedi dell'anfiteatro, proprio per la presenza di quest'ultimo, è denominato "Colosseo".

Teatro romano
Teatro romano di Cassino

Il teatro romano è di età augustea (27 a.C.-14 a.C.); ha il tipico schema di teatro greco-romano, di forma semicircolare e con la pendenza della montagna che viene sfruttata per il sostegno di venti gradini. Essi si ripartiscono in una Summa cavea che ne comprende sette ed un'Imma cavea di tredici gradini. L'accesso era garantito da una serie di gallerie coperte che conducevano direttamente all'ultimo gradino della struttura. Dimenticato completamente nel periodo medievale, fu riportato alla luce solo nel 1936 e fu oggetto di restauro intorno agli anni cinquanta e successivamente nel 2001. Ha una capienza di circa 2500 posti a sedere e viene tuttora utilizzato nel periodo estivo per numerosi eventi ed attività culturali, quali spettacoli, concerti, cinema all'aperto. Il teatro è ubicato all'incrocio tra via Crocifisso e via Montecassino.

Mura Megalitiche

Il centro abitato di Casinum era circondato da un vasto circuito murario di circa 4,5 km. Oggi, all'interno del parco sono visibili due muraglie identificabili come costruzioni preromane e databili al V-IV secolo a.C. Sono inoltre visibili i resti di un terzo anello, che si trova al di sotto dell'abbazia, anch'esso in opera poligonale, con funzione di sostruzione degli edifici preesistenti.

Strada basolata e sostruzioni
Via Latina e sostruzioni

Sempre nell'area archeologica, è possibile visitare un tratto di diramazione di circa 230 m che collegava l'antica Casinum alla Via Latina. Il manto stradale è costituito dalle tipiche lastre in pietra calcarea che costituivano la summa crusta della strada. Sul lato a monte della strada romana, si conservano due tratti di sostruzioni repubblicane utilizzate per il contenimento di grossi terrapieni.

Porta Capuana

Così chiamata perché situata in direzione di Capua, i resti di questa porta si conservano lungo il tracciato della via Latina Nova. Non restano, invece, tracce della Porta Romana che consentiva l'accesso alla città provenendo da Roma.

Il Mausoleo di Ummidia Quadratilla
Mausoleo di Ummidia Quadratilla
Lo stesso argomento in dettaglio: Mausoleo di Ummidia Quadratilla.

La poderosa struttura sorge sulle pendici sud orientali di Montecassino. Edificata con grandi blocchi squadrati e perfettamente connessi senza malta, tenuti insieme solo da graffe di piombo all'interno, ha resistito all'usura del tempo, ai terremoti e, per ultimo, alla furia della guerra, senza subire sostanziali danni. Le origini del manufatto sono senz'altro oscure: lo si fa risalire tra il I secolo a.C. ed il I d.C. Coloro che se ne sono occupati lo hanno definito a volte "tempio" e a volte "tomba". Molti studiosi attribuiscono il mausoleo alla benefattrice cassinate Ummidia Quadratilla, figlia del console Ummidio Durmio Quadrato; tale convinzione derivò dal ritrovamento, avvenuto nel 1757, di un'iscrizione nel vicino anfiteatro.

Ninfeo Ponari

Il Ninfeo Ponari si trova nella zona mediana dell'antica Casinum. Si tratta di un edificio datato I secolo a.C. Il ninfeo risulta semi-incassato nel terreno e coperto da una volta a botte a sesto ribassato, presenta una pianta rettangolare, chiuso su tre lati e completamente aperto su quello frontale. Le tre pareti sono movimentate dalla presenza di nove nicchie (tre per ogni parete) a pianta rettangolare e copertura piana.

Architetture militari

Rocca Janula

Veduta della Rocca Janula dopo la restaurazione
Lo stesso argomento in dettaglio: Rocca Janula.

Fatta costruire nel X secolo dall'abate Aligerno, fu per secoli il fulcro militare della signoria della Terra di San Benedetto. Pesantemente danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, è stata oggetto di un significativo restauro negli ultimi anni e domina ancora l'odierna città di Cassino.

Cimiteri di guerra

Al termine del secondo conflitto mondiale le nazioni che ne presero parte vollero che le migliaia di caduti sulla linea Gustav fossero sepolti nei luoghi in cui si consumò il loro sacrificio. In loro ricordo a Cassino e nel Cassinate sorsero diversi cimiteri di guerra. Oltre a quello inglese, polacco e tedesco, nelle vicinanze di Cassino troviamo i cimiteri militari italiano (Mignano Monte Lungo) e francese (Venafro).

Cimitero del Commonwealth

Lo stesso argomento in dettaglio: Cimitero di guerra di Cassino.
Interno del Cimitero del Commonwealth di Cassino.

Il cimitero di guerra di Cassino è un cimitero militare situato nei pressi del campus universitario Folcara, dove riposano i soldati dei paesi del Commonwealth caduti nella battaglia di Montecassino durante la seconda guerra mondiale. Vi sono 4.266 tombe di militari provenienti dagli attuali Regno Unito, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica, India e Pakistan e un soldato dell'Armata Rossa. 284 di questi militari non sono stati identificati. In questo cimitero giace Eric Fletcher Waters, padre di Roger Waters, bassista e cantante dello storico gruppo musicale Pink Floyd.

Cimitero polacco

Lo stesso argomento in dettaglio: Cimitero Militare Polacco di Montecassino.
Veduta dall'alto del cimitero polacco.

È posto in una conca dietro l'altura dove si erge l'abbazia ed è sotto la sovrintendenza del Ministero della Difesa italiano. Fu costruito dagli stessi soldati polacchi e inaugurato all'inizio di settembre del 1945. Raccoglie le spoglie dei soldati del II Corpo d'armata polacco che, alla guida del generale Anders, combatterono a Montecassino nel maggio del 1944. Al suo interno sono seppellite le salme di 1078 militi comprese quelle del generale, che ha voluto essere sepolto lì tra i suoi soldati e del cappellano militare. Una parte del sacrario è riservata ai soldati di religione ebraica arruolati nel corpo. Ogni 18 maggio viene organizzata una giornata commemorativa dove si raccolgono i superstiti rimasti, i loro familiari e i rappresentanti delle istituzioni polacche.

Cimitero germanico

Scultura posta nell'interno del Cimitero Germanico.

Il cimitero tedesco sorge invece su una collina, detta Colle Marino, in località Caira. Il sacrario, curato e mantenuto da un'associazione privata e da militari tedeschi volontari, raccoglie non solo le salme dei soldati tedeschi morti a Montecassino, ma anche quelle ritrovate e riesumate nei cimiteri di guerra provvisori del meridione italiano (Calabria, Puglia, Basilicata, Molise e Abruzzo), configurandosi come il più grande e importante cimitero di guerra tedesco in Italia. Vi riposano più 20000 salme, molti i militi ignoti. Il cimitero è stato inaugurato nel 1965.

Architetture civili

Palazzo Barone De Rosa

Il palazzo, situato in via Di Biasio in prossimità di via Montecassino, è l'unico palazzo miracolosamente rimasto in piedi nonostante i bombardamenti che rasero al suolo la città. La sua costruzione risale agli inizi dell'Ottocento e apparteneva alla famiglia del barone De Rosa, un imprenditore napoletano che prima di fare ritorno alla sua città natale vendette lo stabile a due famiglie di Cassino. Per la sua posizione strategica (permetteva all'epoca di controllare la stazione ferroviaria di Cassino, nonché l'accesso alla città dalla Strada Nazionale per Roma e Sora) fu occupato, durante la seconda guerra mondiale, da un plotone di paracadutisti tedeschi. La storiografia militare che si occupa della battaglia di Cassino cita spesso il palazzo chiamandolo Hotel des Roses, ma in realtà non è mai stato un hotel. Nel dopoguerra fu completamente restaurato a causa dei danneggiamenti che aveva subito ed adibito a sede di uffici e scuole.

L'edificio razionalista INA-Casa di Cassino.

Edificio INA-Casa

L'edificio situato in corso della Repubblica, progettato dall'architetto Giuseppe Nicolosi, è uno dei più significativi elementi architettonici della città, in quanto fulgido esempio di razionalismo italiano. Si tratta di un edificio multipiano e multifunzionale di cinque piani: il piano terra destinato a locali commerciali, il primo piano a uffici, il secondo, terzo e quarto ad abitazioni civili. Oltre ad essere un edificio cardine della ricostruzione, rappresenta un'esemplificazione delle teorie di Le Corbusier sull'"Unità d'abitazione", nella quale la residenza è considerata inseparabile dai servizi che formano i suoi complementi immediati.

Facoltà di Economia e Giurisprudenza

L'edificio che ospita le facoltà di Economia e Giurisprudenza dell'Università di Cassino è una delle costruzioni di maggior rilievo dal punto di vista architettonico della Cassino contemporanea. È stato inaugurato nel maggio del 2004 e costituisce il primo edificio del costruendo Campus Folcara. Ha un'altezza superiore ai 40 metri ed è strutturato in cemento armato e acciaio. È articolato su tredici piani fuori terra. Sotto il profilo funzionale, esso è articolato in zone specializzate. Al di sopra del livello interrato, che contiene le centrali tecnologiche e vari servizi, è situata una piastra basamentale, che contiene gran parte delle 18 aule e la mensa, con una capacità di 300 coperti. Più in alto sono situati i volumi contenenti gli uffici dei vari dipartimenti. La piastra di sommità contiene i centri audiovisivi delle due facoltà, organizzati in due corpi triangolari con piccoli locali di lavoro individuale, distribuiti anularmente su due livelli intorno a grandi spazi a doppia altezza, con coperture in parte trasparenti.

Aree naturali

Il territorio di Cassino fa parte del parco naturale dei Monti Aurunci.

Albaneta Tenuta di Montecassino

L'Albaneta di Montecassino, è la Tenuta Abbaziale dei Padri Benedettini dell'Abbazia di Montecassino. La proprietà si trova alle spalle del celebre monastero fondato da San Benedetto e al suo interno si trovano ben due monasteri benedettini seppur diruti, Santa Maria dell'Albaneta e San Matteo Servi Dei. La prepositura di Santa Maria dell'Albaneta fondata intorno al 980 d.C., per secoli fu abitata dalla comunità monastica dove qui istruiva i giovani monaci di Montecassino. Alcune citazioni parlano di un giovane San Tommaso d'Aquino che qui avrebbe ricevuto parte della sua istruzione monastica. Nell'anno 1538 San'Ignazio di Loyola si fermò nel monastero per circa 50 giorni scrivendo parte della Regola Gesuita. La Tenuta per secoli ha inoltre fornito la sussistenza dei monaci stessi, che all'interno delle antiche masserie dell'Albaneta, coltivavano i terreni e allevavano animali, per lo più bovini con l'aiuti di numerosi coloni che vivevano nelle abitazioni rurali tuttora presenti. Durante la seconda guerra mondiale fu teatro di aspri scontri, nella cosiddetta battaglia di Montecassino, dove molti soldati Polacchi persero la vita. La Tenuta custodisce tre monumenti bellici a ricordo dei valorosi soldati. Subito dopo la guerra la comunità monastica riprese gli allevamenti e coltivazioni, fino agli anni 80. Oggi l'intera tenuta dell'Albaneta è oggetto di un vasto progetto di riqualificazione e valorizzazione da parte dell'imprenditore Daniele Miri, conduttore della proprietà dell'Abbazia di Montecassino. Qui è rinata la Birra Montecassino, presentata nel 2020 alla stampa internazionale. Molte citazioni riportano infatti che a Montecassino sarebbe nata la Birra più antica D'Europa. Maggiori informazioni sulla Tenuta Abbaziale.

Villa Comunale

La Villa Comunale, ribattezzata Parco XV marzo 1944 (data della distruzione di Cassino), è il principale parco pubblico della città. È dotata di ampi spazi verdi e attraversata da due diramazioni del fiume Gari che si riuniscono dando vita al suggestivo laghetto invaso da simpatiche nutrie. È dotato di viali alberati, panchine e aree gioco per bambini ed è molto frequentato da persone di ogni età. Ospita, inoltre, eventi sportivi e culturali. Nell'agosto 2011, il largo principale del parco è stato dedicato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, mentre tutti i viali sono stati dedicati agli agenti della scorta rimasti uccisi negli attentati mafiosi di Capaci e via D'Amelio del 1992 (troviamo dunque via Francesca Morvillo, via Agostino Catalano, via Walter Eddie Cosina, via Rocco Dicillo, via Vincenzo Li Muli, via Emanuela Loi, via Antonio Montanaro, via Vito Schifani, via Claudio Traina). L'intento è stato quello di creare un percorso che ricordi quotidianamente l'insegnamento ricevuto da questi uomini e il rispetto per chi è morto per difendere lo Stato e l'idea di giustizia. La Villa è nel centro di Cassino; l'ingresso principale è situato su Corso della Repubblica. Gli altri accessi sono da Via Arigni, Via Gari e Via Di Biasio.

Parco Baden Powell

Inaugurato nel 2014, è il secondo parco cittadino. È situato nell'area dove sorgeva il Campo Boario, nel quale un tempo si svolgeva il mercato del bestiame. Oggi, oltre a un'area giochi per bambini, vi hanno sede le associazioni scoutistiche che operano sul territorio comunale. Vista la centralità del parco, viene spesso utilizzato come sede di eventi e manifestazioni.

Terme Varroniane

Lo stesso argomento in dettaglio: Terme varroniane.
Le acque sorgive presso le Terme varroniane.

Le Terme varroniane sono un suggestivo parco naturale-termale nato nel dopoguerra nei pressi della sontuosa villa appartenuta a Marco Terenzio Varrone. Sono situate nella zona del territorio di Cassino detta "Monticello", presso la stazione ferroviaria. La zona sorgentizia delle Terme Varroniane è classificata come la più grande d'Italia. Da qui sgorgano migliaia di sorgenti che generano uno dei rami del fiume Gari. Si stima che il flusso sia di 18 metri cubi all'ora. La temperatura delle acque è di 13 gradi. Le acque, classificate come "bicarbonate medio-minerali fredde", sono diuretiche ed indicate per varie patologie gastriche, renali ed epatiche, nonché per alleviare la gotta.

Il parco ospita oggi uno stabilimento idropinico, la sala congressi-banchetti, l'area concerti e il camping internazionale, attrezzato con area pic-nic e per attività sportiva. I ruscelli sono ricchi di fauna come trote, carpioni, anguille e lamprede.

Sorgenti del Gari

Si trovano in pieno centro, alle spalle della chiesa madre, in piazza Corte. Da questo punto sorge il fiume Gari che, dopo un tratto sotterraneo, riemerge nella Villa Comunale.

Altri monumenti

Monumento alla pace

Il Monumento alla pace di Umberto Mastroianni in piazza XV febbraio.

La scultura è opera dell'artista Umberto Mastroianni. Fu inaugurata nel 1987 e collocata poco distante dalla Rocca Janula dove, conseguentemente al recupero della fortezza, sarebbe dovuto sorgere il Parco della Pace. A Cassino vi è anche una seconda riproduzione della scultura che è situata in piazza XV febbraio, nel pieno centro della città. Il monumento, realizzato in acciaio, del peso di circa 100 tonnellate, è costituito da elementi tubolari aggrovigliati che, partendo da un nucleo centrale, invadono lo spazio circostante. Esso affronta il dramma della distruzione di Cassino e della sua millenaria abbazia, proponendone non gli effetti della battaglia – rovine, caduti o la disperazione di chi resta – ma la causa scatenante, che è, del resto, il nucleo primario di ogni conflitto bellico moderno: l'esplosione di una bomba.

Monumento a Enrico Toti

Situato nella centrale piazza Enrico Toti, il monumento è composto da una statua in bronzo raffigurante l'estremo gesto in cui l'eroe italiano della prima guerra mondiale, già ferito, scaglia verso il nemico la gruccia, poco prima di essere colpito a morte, il 6 agosto 1916 presso Monfalcone. Il monumento è stato inaugurato nel 2008. La statua, opera dello scultore di Anagni Egidio Ambrosetti, suggella quel «filo rosso sangue» che lega la Città Martire a Enrico Toti: non solo perché qui ha origine la sua famiglia (il padre Nicola era un ferroviere di Cassino), ma soprattutto perché a entrambi è toccato l'onore e il dolore di conoscere in sommo grado le devastazioni, le morti, gli orrori della guerra.

Statua di San Benedetto

Lo stesso argomento in dettaglio: Benedictus Pacis Nuntius.

Posta all'ingresso nord della città, è un'imponente opera bronzea dello scultore romano Giuseppe Ducrot. Alta circa 3,5 m e posata su un enorme basamento lapideo, fu collocata in città nel 2009 in occasione della visita del pontefice Benedetto XVI. Di recente è stata valorizzata a seguito dei lavori che hanno interessato l'area ed è stata posta all'interno della rotonda di accesso a nord della città.

Campana della Pace

Si trova sul Ponte delle quattro battaglie sul fiume Gari nella frazione di Sant'Angelo in Theodice. È stata istituita il 18 maggio 2008 a memoria e riconoscenza dei caduti del gennaio 1944 sul fiume Gari, teatro della prima battaglia di Cassino. La campana realizzata da Severino De Santis è stata fusa presso la Pontificia Fonderia Marinelli di Agnone. Pesa 1380 kg, ha un diametro di base pari a 132 cm. Ogni sera alle 17.00 la campana suona 30 rintocchi a ricordo degli eroi periti delle nazioni belligeranti, e nelle ricorrenze storiche suona a distesa per tre minuti alle ore 12.00.

  1. ^ Administrator, Giuseppe Breccia Fratadocchi, l’architetto della ricostruzione di Montecassino, su studicassinati.it. URL consultato il 26 luglio 2015.
  2. ^ Direzione Marco Musmeci, su chiamamicitta.it. URL consultato il 7 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 26 gennaio 2022).
  3. ^ Autori vari, Giuseppe Nicolosi (1901-1981) Architettura Università Città, Perugia, Casa Editrice Libria, 2008, pp. 112-115.
  4. ^ Teching Srl, Ing. Michele Mele, MGA Architettura, su Università Di Cassino (FR), 22 dicembre 2006. URL consultato il 6 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2013).
  5. ^ Birra Montecassino, su localprayers.com. URL consultato il 6 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2021).
  6. ^ La città riabbraccia il monumento a San Benedetto, su gazzettaregionale.it. URL consultato il 26 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 29 aprile 2016).

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La qualità del’acqua

Analisi dell’acqua – Comune di Cassino – Ottobre 2024

Le analisi dell’acqua vengono effettuate secondo quanto previsto dal programma annuale controllo acque.

Esse sono riferite al prelievo effettuato nel punto di consegna (o in quello più prossimo ad esso) dell’ACO. Il tragitto dell’acqua, da quel punto, attraverso serbatoi, impianti pubblici e privati, potrebbe variare alcuni dei valori misurati e, per questi, è opportuno contattare l’azienda idrica che effettua la consegna […]