La Campania

La Campania* è una regione ricca di acqua, alimentata da numerose sorgenti di natura carsica.
Fiumi e sorgenti irrogano le campagne molto fertili ma causano anche improvvise e disastrose alluvioni.
La sismicità è un fattore di rischio per tutta la regione, soprattutto per le zone interne e per quelle vesuviane.

I fiumi più importanti:

Garigliano, al confine con il Lazio;
Volturno, molto ricco di acqua anche per i numerosi affluenti tra i quali il Calore;
Sele, con l’affluente Tanagro, provvede al rifornimento potabile della Puglia;
Ofanto, al confine con la Basilicata, sfocia poi nell’Adriatico in Puglia.

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Numerosissimi sono i corsi d’acqua minori che presentano un regime torrentizio. I quattro fiumi citati invece hanno un regime pressoché costante.

La Campania è bagnata per un lunghissimo tratto dal mare Tirreno e confina con il Lazio, il Molise, la Puglia e la Basilicata.

Oltre 85% del territorio è occupato da montagne e colline, solo il 15% da pianure particolarmente importanti e produttive quali la valle del Volturno e la Piana del Sele tra la Penisola Sorrentina ed il Cilento.

La pianura intorno al Golfo di Napoli è resa molto fertile dalle ceneri vulcaniche ed è considerata una delle aree agricole più produttive del nostro Paese.

L’appennino campano è articolato in una serie di monti di natura calcarea, interval- lati da colline argillose. A nord, al confine con il Molise, si estendono i monti del Matese (2050 m) e del Sannio, al centro i Monti Picentini, i Monti Lattari verso la costa, dando forma alla Penisola Sorrentina, a Sud si trovano i Monti Alburni ed il Massiccio del Cilento. Da segnalare importanti rilievi di origine vulcanica, il Vesu- vio (1279 m), il vulcano spento di Roccamorfina. il Monte Croce (2006 m).

Una ampia pianura, detta Terra del Lavoro, è attraversata dal fiume più importate che è il Volturno. Qui si è realizzato, già nei secoli passati, un sistema artificiale di corsi d’acqua – Regi Lagni – per bonificare le vaste distese paludose declinanti verso il mare.

L’Acqua una risorsa limitata

Nonostante sia una terra ricca di acqua*, la Campania non ha risolto i gravi problemi del rifornimento dell’acqua potabile aggravati da un lato dalla enorme popolazione dell’area di Napoli e Campi Flegrei dove si riscontra la più alta densità d’Italia e dall’altro dal lungo sviluppo della fascia costiera specie del Cilento, con una bassa popolazione residente in inverno che diventa dieci volte maggiore durante la stagione balneare estiva.

Né bisogna dimenticare il tributo che la popolazione campana ed in particolare quella Irpina vanta nei riguardi dei pugliesi ove dall’inizio del secolo le sorgenti del Sele e del Calore trasferiscono, attraverso lo storico e ineguagliabile Acquedotto del Sele, oltre 5000 lt/sec per consentire il rifornimento potabile agli oltre 4 milioni di abitanti della Puglia.

Il varo della legge Obiettivo per il suo carattere strategico e di preminente interesse nazionale potrebbe consentire ai campani di modernizzare le proprie strutture idriche ed irrigue.

Il contrasto tra la bellezza dei luoghi ed i gravi problemi dovuti a squilibri territoriali causati principalmente da un notevole deficit di infrastrutture pone con urgen- za tale problema, specie per quanto riguarda la disponibilità idrica per il potabile. Il primo grande acquedotto a servizio di Napoli risale alla seconda metà dell’800 e nel tempo è stato integrato mediante utilizzo di fonti appartenenti ad altre regioni (Lazio e Molise) ed altri bacini (Biferno, Garigliano, Sarno e Calore).

Così alle acque sorgive dell’Acquedotto del Serino, si è affiancato l’Acquedotto Campano con fondi della Cassa del Mezzogiorno, costruito negli anni ’60, colle- gando un complesso di pozzi e successivamente si è posto mano alla realizzazione dell’interconnesso Acquedotto della Campania Occidentale che ha captato le acque superficiali della sorgente Gari in località Cassino nel Lazio.

Da tempo la regione Campania chiede di poter incrementare le attuali portate derivanti dal Gari, verificandone peraltro la disponibilità rispetto alle esigenze della zona del Cassino.

*Testi da:

“Campania il Sistema Idrico” – a cura di Guido Viceconte

“Il sistema degli acquedotti in Italia focus sugli acquedotti dell’Appennino meridionale” – Ing Nadia Chiapparo – 24 giugno 2011