IL 25 settembre, domani, si chiude il bando del Comune di Napoli per la presentazione delle candidature dei nuovi consiglieri di Abc, l’azienda che gestisce a Napoli le risorse idriche.
Queste nomine cadono in un momento politico caldissimo, come emerge dai resoconti della cronaca politica cittadina e nazionale.
Proviamo pertanto a riavvolgere il nastro e definirne il contesto, entro cui si può sviluppare un ragionamento più articolato, che guardi all’interesse generale.
Il governo e la gestione delle risorse idriche nel nostro Paese si è sviluppata negli ultimi decenni secondo una logica di ripartizione del territorio in ambiti idrografici, con l’obiettivo di garantire l’equilibrio idrogeologico del suolo.
Invece, qualche giorno fa la giunta regionale della Campania ha licenziato un testo, dal titolo “Riordino del servizio idrico integrato e istituzione dell’Ente idrico Campano”, nel quale all’articolo 5 si afferma che l’ambito territoriale ottimale (Ato) del servizio idrico integrato coincide con il territorio regionale.
Si tratta di un Ambito territoriale unico costituito secondo criteri di riparto del territorio puramente po-litici, governato da un Ente (Ente idrico campano), istituito presso la Regione Campania, il cui statuto è approvato dalla giunta regionale.
Quindi, un organo di stretta derivazione e controllo politico-amministrativo regionale, distante dai territori e dai cittadini, che ha il potere di scegliere il modello di gestione ed individuare la società che gestirà l’acqua in ogni ambito distrettuale.
Infatti, i cinque ambiti territoriali distrettuali, previsti dalla proposta di legge, che compongono l’Ambito unico, rappresentano i territori e gli enti locali, ma non hanno personalità giuridica, né il potere di scegliere il gestore.
Si è in presenza, dunque, di un testo che centralizza e burocratizza i processi amministrativi, marginalizza la partecipazione dei cittadini, ponendo anche la governance delle risorse idriche della Città metropolitana di Napoli sotto il governo della Regione, in contrasto con i principi costituzionali (articolo 118 della Costituzione) Ma nel dibattito politico-legislativo, vi è anche il testo ad iniziativa dei consiglieri regionali del Partito Democratico , che invece salvaguarda i cinque ambiti idrografici territoriali, rappresentativi dei Comuni, confermando le delimitazioni territoriali previste dalla legge regionale numero 14 del 1997, attribuendo loro il potere della scelta del modello e del soggetto gestore Il testo, inoltre, perfettibile in diverse parti, che dovrà confrontarsi con le proposte legislative che provengono dai movimenti, tuttavia, fa espresso riferimento al rispetto dell’esito referendario, valorizzando la partecipazione dei cittadini (articolo 18) ed il ruolo di soggetti di diritto pubblico quali le aziende speciali.
In questo contesto, come si è detto, domani si chiude il bando per la scelta dei consiglieri e del presidente di Abc.
È, questa, l’ unica realtà aziendale che in Italia ha attuato il referendum, al punto da essere da tempo all’attenzione del dibattito internazionale.
Occorre ricordare che il potere del sindaco di nomina degli amministratori e del relativo presidente sarà fortemente limitato.
Infatti, al di là degli aspetti emotivi, secondo la procedura regolamentare, il sindaco dovrà attenersi ai curricula presentati.
Valorizzando, senza se e senza ma, le risorse obiettivamente migliori, rispettando il principio più volte enunciato dalla Corte costituzionale del metodo comparativo.
Il contesto politico-normativo su delineato è molto complesso e delicato.
Le multinazionali (Acea) spingono per Ambiti unici e gestioni privatistiche, senza dare alcuna rilevanza ai bacini idrografici.
Qual è l’obiettivo? Esso è ottenere nel breve tempo direttamente le concessioni delle risorse idriche, settore all’attenzione della magistratura penale per infiltrazioni camorristiche.
L’azienda per la gestione delle risorse idriche Abc, considerata anche la criticità della gestione sotto i riflettori degli organi giurisdizionali, ha necessità assoluta di una governance di altissimo profilo, cristallina.
Le nomine, con assoluta trasparenza devono porsi al di sopra di qualsivoglia conflitto di interessi, beghe locali ed aziendali.
Evitando il rischio di incompatibilità poste direttamente dalla legge.
Con il nuovo regolamento comunale di nomina degli amministratori, la cittadinanza napoletana, e non solo, potrà seguire e giudicare la qualità delle nomine.
Repubblica del 24.09.2015
ALBERTO LUCARELLI